IL  NEOPLATONISMO

 

Corrente filosofica che riconosce l’esistenza di un ordine ideale di essenze e valori spirituali trascendente il mondo sensibile (oltre le facoltà conoscitive dell’uomo). Si richiama quindi alla necessità che ha l’uomo di trovare un’entità da cui far discendere tutto ciò che esiste e alla quale è possibile ricongiungersi attraverso la rinuncia ascetica (vita austera e di rinuncia) dell’anima nei confronti della realtà sensibile.

Insegnato a Roma dal greco-egiziano  Plotino (205-270) che, guardando anche a conoscenze esoteriche tipiche della  cultura indiana e persiana, determinò un eclettismo e un panteismo che favorirono dal diffusione del neoplatonismo nella cultura umanistico rinascimentale: Marsilio  FICINO (1433-1499) e di Pico della MIRANDOLA

 

MARSILIO FICINO (1433-1499)

 

 

PICO DELLA MIRANDOLA (1463-1494)

L’amore è l’unica vera essenza dell’anima. Partendo dall’amore l’anima può giungere alla contemplazione dello splendore invisibile che illumina ogni cosa.

Cerca un fondamento di verità che sia capace di spiegare tutto e come Marsilio ritiene che tutti i pensatori abbiano espresso, con le loro teorie, un aspetto della verità.

 

SANDRO BOTTICELLI

 

L’artista più intimamente legato alla cultura neoplatonica fu Sandro FILIPEPI detto il Botticelli (1445-1510).

Accettando il principio che l’uomo può ricongiungersi al Supremo se riesce a liberare iI proprio spirito dalla materia, depura i corpi da tutto ciò che si pone come un accidentale naturalismo. La sua pittura, dunque, propone forme ideali e la bellezza non  è altro che un riflesso di quella divina. Le sue figure mostrano un evidente sentimento di distacco.

 

 CONSIDERAZIONI

 

E’ evidente che in questo esiste il germe delle crisi dei grandi valori affermati dall’umanesimo e per questo motivo i filosofi e i letterati del tempo collocano il concetto di idea al di là del tempo, al di là del reale. Il fine dell’essere viene posto oltre il sapere scientifico

 

ANGELO POLIZIANO (1454-1494)

(Agnolo Ambrogini)

 

 

LORENZO IL MAGNIFICO (1449-1492)

 

Si veda il riferimento esplicito a Orfeo e alla poesia antica a tutto ciò che appena nato e quindi non contaminato da alcunché. Non mancano i riferimenti figurativi della sua poesia nell’opera del Botticelli; “tutto lascivo dietro a Flora / Zefiro vola e la verde  erba infiora”

La sua politica e la sua poesia è pervasa dal pensiero  “che del doman non v’è certezza”